Spesso i Consorzi di Bonifica finiscono sui giornali per delle polemiche. Diciamo che in generale nel Lazio, sarà stato un commissariamento troppo lungo (oltre 4 anni quasi ovunque), sarà stato anche che, magari, altrettanto spesso, non si è comunicato o, peggio, lo si è fatto in modo non adeguato, i consorziati insieme ai semplici cittadini, non parlano proprio positivamente di queste strutture.
In altre regioni le strutture dei Consorzi di Bonifica sono sentite, partecipate ed hanno assunto un ruolo di primo piano. Ci sono voluti anni. Certo. In Toscana, ad esempio, dopo alcune vicissitudini dialettiche non proprio di poco conto, i Consorzi oggi si occupano della manutenzione delle aste principali (i fiumi), puliscono e governano ad esempio l’Arno all’interno della città di Firenze. Stessa cosa sta accadendo in Lombardia a Milano o in tutto il Veneto.
Fa notizia che una serie di imprenditori del capoluogo, tra i quali Massimo Bianchi, plaudono ad un lavoro eseguito nelle parti basse della città. Tempo fa nei pressi dell’Agenzia delle Entrate spuntò un cartello: “Grazie al Consorzio di Bonifica del Sud di Anagni”.
Era stato semplicemente reso più bello il perimetro di fronte l’importante e frequentata sede prima del Covid. Era circa una anno fa. Ora il buon Bianchi, imprenditore artigiano di primo piano di una generazione di quelle che pensano solo a lavorare così come gli hanno insegnato i genitori, ha preso la tastiera ed ha scritto:
“Erano forse oltre 10 anni che non si faceva una pulizia del genere nella zona che va dal Moscardini (aeroporto) sino quasi a Ferentino e verso il nuovo stadio. Un lavoro meticoloso che ha permesso di far rivenire a galla – ha scritto- un perimetro che i più giovani neppure hanno mai visto.”
La zona è quella sul corpo idrico demaniale denominato fosso Salci. I lavori, per i quali, Bianchi ringrazia anche l’amministrazione comunale del capoluogo con tutto l’ufficio tecnico, hanno previsto, tra l’altro, sfalcio della vegetazione insistente nell'alveo, risagomatura e la riprofilatura, ripristinando l’efficienza idraulica dell'acquifero garantendo il libero deflusso delle acque.
Dal Consorzio specificano che i lavori sono stati fatti, come tutti quelli svolti dalla struttura di Anagni che ha competenza su Ceccano e nella stessa città dei Papi oltre che a Frosinone, in amministrazione diretta, con personale proprio.
Questa è la risposta che i Consorzi devono saper dare e quando ci sono i risultati vanno raccontati a vantaggio dei sacrifici e dell’impegno del commissario Stefania Ruffo, del direttore Aurelio Tagliaboschi e di tutta la struttura.
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